Maona È un’imbarcazione polifunzionale usata nei lavori edili (e molti altri) sia in mare che sulla terraferma. Era insostituibile nella costruzione dei porti, dei moli, dei ponti, per scavare il fondale, ecc. Serviva sia per il trasporto di merci pesanti e grezze (pietre, sabbia, calce, armi, munizioni…) o era usata come impalcatura edile, molo, pontone… Le maone erano diffuse in tutto il mondo e, dato il medesimo uso, erano fra loro molto simili. La maona non aveva una propulsione autonoma. Era pensata per essere trainata dal rimorchiatore. Venivano legate insieme come anatrelle più maone e poi trainate. Molte di quelle odierne, naturalmente in ferro, sono attrezzate con un motore e anche una piccola gru. Lungo la costa piranese le maone hanno assunto un significato particolare. Sin dal 1953, quando la ditta Začimba (antesignana della Droga di Portorose) comprò a Porto Re otto grandi, vecchie e malandate maone, che rinnovò poi nello squero delle saline. Venivano trainate dai rimorchiatori. Fino al 1966, portarono il sale nei magazzini sulla riva. Il 4 novembre 1966 ci fu una terribile tempesta, mai vista prima, che fece molti danni. Tra gli altri, affondarono sei maone e andarono distrutte due. Il danno fu tale che cessò questo tipo di trasporto e poco dopo furono abbandonate anche le saline. Pur non essendo in circolazione, dopo i 13 anni di spola dalle saline ai magazzini del sale, le maone rimasero nella memoria delle nostre genti come naviglio tipico riservato esclusivamente all’incanovo. |
Le maone erano imbarcazioni costruite in modo robusto per lavori pesanti, non attraenti esteticamente e spesso avevano più di 20 metri di lunghezza. Il più delle volte erano nere per il catrame, concepite come “scatole” affinché lo spazio per la merce fosse il massimo possibile. Avevano costole spesse, anche doppie, fatte in più parti, una colomba robusta, il paramezzale e altri rinforzi. L’apertura per caricare velocemente la stiva era molto grande. La prua e la poppa fuori dall’acqua erano quasi uguali, il timone solo le distingueva, due enormi bitte che attraverso la coperta arrivavano alla colomba dove erano fissate, servivano per legare l’imbarcazione saldamente ai rimorchiatori che le trainavano. Le bitte più piccole sulle fiancate servivano a legare lateralmente l’imbarcazione. Avevano fasciame interno, fatto con grossi madieri di pino. Le maone che si usavano nelle saline, avevano in aggiunta due piccoli spazi separati per i salinari: uno a prua e uno a poppa. |