Bragozzo

Era lungo le nostre coste, innanzitutto la maggiore imbarcazione usata per la pesca di più giorni in laguna e in acque profonde. Nel corso dei secoli si sono evoluti più sottotipi di bragozzo, ma le caratteristiche basilari e la forma sono rimaste uguali. Quando usciva in mare per più giorni, il bragozzo portava con sé enormi quantità di attrezzi da pesca, reti, corde, recipienti ecc., arnesi per la manutenzione del naviglio, vivande per tre e più marinai, remi di riserva, vele e molto altro ancora. Al traino aveva il caicio, sulla fiancata spesso era legato il vier. Era questo uno strano, semplice natante chiuso e pieno di buchi. Serviva per garantire la freschezza del pescato che doveva restare vivo durante tutto il periodo in mare. Il vier sprofondava fino al bordo e veniva trascinato sino al luogo della distribuzione. Per un maggior effetto e risultato della pesca con grandi reti, i bragozzi partivano in coppia e quando tiravano la rete, ogni bragozzo tirava da un lato. I bragozzi venivano costruiti dai mastri cantierini nei numerosi squeri della costa istriana e dell’Adriatico settentrionale.

Il bragozzo aveva il fondo piatto, era snello, robusto e pesante. Sulla prora c’era l’asta curvata all’indietro verso la coperta. Finiva in una poppa monumentale poiché la fiancata girava bruscamente con un angolo di 90º. Aveva due vele e un timone veramente grande con il meccanismo per essere sollevato in acque basse. Quando il timone era abbassato finiva molto sotto la chiglia e impediva la navigazione nei bassi fondali.

Lungo le coste istriane i bragozzi erano neri per il catrame e poco decorati o dipinti. Nemmeno gli alberi e le vele il più delle volte erano decorati. Al contrario, i proprietari più ricchi di Chioggia, Venezia e lungo la costa occidentale dell’Adriatico settentrionale, decoravano sia le vele che l’imbarcazione, sulle cime degli alberi spesso c’erano ornamenti detti cimarole.